Spenti i riflettori sulla 54°edizione del Vinitaly, i produttori sanniti sono tornati a lavoro più entusiasti che mai per i buoni riscontri ottenuti con buyers e fornitori.
I vini del Sannio, capeggiati dalla Falanghina, fanno breccia nel mercato nazionale ed estero e continuano ad ottenere successo anche grazie ai progetti innovativi che stanno portando il territorio verso una viticoltura di precisione e sostenibile.
Tra questi il progetto V.In.Te.S. “Viticoltura ed Innovazione per i Vini del Sannio” finanziato dal PSR Regione Campania, Misura 16.1 azione 2 a sostegno di progetti operativi di Innovazione, non sta facendo attendere i suoi risultati.
Tre le aziende vitivinicole del Sannio coinvolte: Il Poggio Vini, Cantina Morone e Azienda Agricola Torre dei Chiusi che in occasione della fiera internazionale di Verona hanno avuto modo di interfacciarsi tra loro e con il Responsabile tecnico scientifico, Paolo Storchi, del Centro Ricerca Viticoltura ed Enologia di Arezzo. In questa sede si è fatto il punto sull’importanza della digitalizzazione, la tracciabilità del prodotto e la sostenibilità sia per l’azienda che per il cliente.
Carmine Fusco
“La tracciabilità è e sarà il futuro per il nostro territorio”, così esordisce Carmine Fusco dell’Azienda Il Poggio e Presidente della Confederazione Italiana Agricoltori di Benevento. “Avere dati a disposizione è importante per prospettare il futuro delle aziende agricole, non solo vitivinicole, per poter gestire al meglio il cambiamento climatico in corso”.
L’infrastruttura tecnologica V.In.Te.S. acquisisce, analizza e mette a disposizione delle aziende partner, dati e informazioni di vario tipo: dati meteorologici, previsioni climatiche, dati sull’attività vegetativa, informazioni sul rischio di malattie e necessità di intervento. Saper utilizzare correttamente questi strumenti permette di risparmiare mediamente dal 50% al 30% dei trattamenti fitosanitari annuali.
“La viticoltura moderna richiede informazioni. Dati relativi a tutto il processo produttivo. Chi possiede queste informazioni, possiede un valore aggiunto” afferma il dott. Paolo Storchi, Direttore del Centro ricerca Viticoltura ed Enologia di Arezzo e Responsabile tecnico scientifico del progetto V.In.Te.S.
“Aderire al progetto V.In.Te.S. – dichiara Domenico Pulcino dell’Azienda vinicola Torre dei Chiusi – consente alla mia azienda di essere innovativa e sostenibile, in termini di riduzione di trattamenti fitosanitari e in termini economici”.
“Il progetto V.In.Te.S. si sposa appieno con la nostra filosofia produttiva” – dichiara Giovanni Morone dell’omonima Azienda biologica di Guardia Sanframondi. “L’agricoltura di precisione del progetto V.In.Te.S. ci consente di ridurre i trattamenti di ramato e ci dà la possibilità di sapere con accuratezza lo stato della vigna micro area per micro area e la probabilità che una determinata patologia ha di svilupparsi e di intervenire in maniera mirata e puntuale.”
Il Sannio esprime da solo circa il 45% di uve prodotte dall’intera regione Campania e si caratterizza, come gran parte del territorio italiano, per la frammentarietà, per la presenza di piccole aziende e vitigni autoctoni. Tuttavia questo dato è un’opportunità per il territorio, sia per la sopravvivenza dell’economia rurale sia per la valorizzazione in chiave qualitativa dei vini attraverso strategie, come quelle previste dal progetto V.In.Te.S., per il miglioramento della sostenibilità complessiva, non soltanto economica ma anche sociale, il miglioramento delle conoscenze e soprattutto il miglioramento ambientale.